Corte di giustizia dell'Unione europea

Il presente contributo analizza le concezioni, le componenti e gli elementi contingenti che hanno definito quella evoluzione dello stato di diritto che ha dominato la pratica giuridica e giudiziaria per oltre un decennio, soprattutto in Europa. Naturalmente, in un'impresa di questo tipo, la selezione degli elementi pertinenti e, soprattutto, le considerazioni che ne derivano non sono immuni a una prospettiva strettamente in linea con le funzioni di un giudice della Corte di giustizia dell'Unione europea. Data la particolare rilevanza dei recenti sviluppi relativi allo stato di diritto in paesi terzi, e più precisamente negli Stati Uniti e in Israele, è parso opportuno includere anch’essi nell'analisi.

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Il contributo si propone di fornire un’analisi critica dell’impatto della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea sul giudizio di legittimità costituzionale italiano. La ricostruzione dei più recenti orientamenti della giurisprudenza costituzionale, con il riconoscimento della natura sostanzialmente costituzionale della Carta e dell’ampia sovrapponibilità delle garanzie da essa previste con quelle contenute nella Costituzione repubblicana, consentirà di mettere in luce le dinamiche del dialogo tra la Corte costituzionale e la Corte di Giustizia, nonché lo spirito di collaborazione che ne connota i rapporti in linea di massima. Il lavoro evidenzia altresì il ruolo cruciale svolto dalle due Corti nella definizione dei contenuti dell’identità nazionale e delle tradizioni costituzionali comuni anche in riferimento alla cd. dottrina dei controlimiti.

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Il saggio sviluppa alcune brevi riflessioni critiche sul dialogo tra corti nazionali e corti sovranazionali, con particolare riferimento alla Corte di Giustizia Europea ed alla Corte Europea dei diritti dell’Uomo, alla luce di alcune recenti riforme processuali.

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Lo sport va ben oltre la sua dimensione economica. Fa parte dell'identità e della cultura dell'Europa e persegue importanti obiettivi sociali, educativi e di coesione. Tuttavia, per quanto riguarda gli sport professionistici e il calcio in particolare, la dimensione economica ha normalmente avuto la precedenza. Il fatto che il diritto UE introduca limiti alle norme emanate dagli organi di governo sportivi non è una questione nuova . Tuttavia, i recenti avvenimenti, legati in particolare ad una rinnovata spinta da parte di alcune delle squadre di calcio più grandi e più ricche ad istituire "leghe separatiste", hanno portato nuovamente alla ribalta il rapporto tra diritto comunitario e sport.

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L'articolo analizza la recente giurisprudenza sul prospective overruling delle misure amministrative nazionali disciplinate dal diritto dell'UE (sentenza del Consiglio di Stato n. 17 e 18/2021) per verificarne la conformità con la giurisprudenza della Corte di giustizia europea. Infatti, è nella giurisdizione esclusiva della Corte di giustizia stabilire se una violazione dichiarata del diritto dell'UE può essere tollerata per il tempo necessario ad evitare la violazione di un legittimo affidamento. Quindi le sentenze del giudice nazionale sul prospective overruling riguardante il diritto UE sono ultra vires.

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Con la decisione della Corte di Giustizia dell'Unione Europea che verrà qui analizzata, il giudice europeo si concentra sullo scopo primario di indagare la possibilità di considerare la F.I.G.C. (Federazione Italiana Giuoco Calcio) italiana un organismo di diritto pubblico. A tal proposito, il commento mira a sintetizzare le principali questioni riguardanti il citato organismo, soprattutto con riferimento alle condizioni previste dalla legge per riconoscerlo. Al termine della nota verranno fatte alcune considerazioni critiche sulla decisione.

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Il Consiglio di Stato francese ha categoricamente respinto la tesi che i tribunali degli Stati membri, in particolare le loro corti supreme (o costituzionali) sarebbero autorizzati a controllare un eventuale “ultra vires” delle Istituzioni europee. La stesura della sentenza è un modo implicito di riconoscere - diversamente da quanto ha fatto la Corte costituzionale federale tedesca nel caso Weiss e la dottrina sulle nozioni di identità costituzionale e di tutela della sicurezza nazionale - che esiste un monopolio della Corte di giustizia UE nell’interpretazione autentica del Trattato. La pronunzia richiama altresì quella giurisprudenza (classica) del Conseil d’Etat che può essere considerata come la versione francese della dottrina dei controlimiti; e che si riferisce al fatto che solo se esiste nel diritto dell’Unione un diritto fondamentale che corrisponda a quello garantito dal diritto costituzionale francese può essere applicato il diritto dell’Unione e la giurisprudenza della sua Corte.

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Il contributo vuole analizzare la sentenza C-367/19 con la quale la Corte di Giustizia si è espressa sull’annoso problema che affligge il sistema degli appalti pubblici: le offerte degli operatori economici pari a € 0 e il fondamento giuridico della loro esclusione. Il caso trattato dalla Corte riguarda il rinvio pregiudiziale proposto dalla Commissione nazionale per il riesame delle procedure di aggiudicazione degli appalti pubblici slovena sulla possibilità di fondare il provvedimento di esclusione di un’offerta pari a € 0 sull’articolo 2, par. 1, § 5, della direttiva 2014/24/UE.

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Gli autori presentano la loro proposta, scritta in forma di Position Paper, per la creazione di una Camera Mista alla Corte di Giustizia, come mezzo, in parte, per far fronte alle questioni evidenziate dalla sentenza Weiss del 5 Maggio, della Corte Costituzionale tedesca. Questa Camera, composta da componenti in carica della Corte di Giustizia dell’Unione europea accanto a giudici delle Corti costituzionali degli stati membri, avrebbe giurisdizione nel risolvere, in ultima istanza, i conflitti di competenza tra l’Unione e i suoi Stati Membri.

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Qualche settimana fa, abbiamo pubblicato una proposta, nella forma di un Position Paper, per la creazione di una Camera Mista alla Corte di Giustizia, come mezzo, in parte, per affrontare le questioni evidenziate dalla sentenza Weiss del 5 Maggio, della Corte Costituzionale tedesca. Questa Camera, composta da componenti in carica della Corte di Giustizia dell’Unione europea accanto a giudici delle Corti costituzionali degli Stati membri, avrebbe giurisdizione nel risolvere, in ultima istanza, i conflitti di competenza tra l’Unione e i suoi Stati Membri. Tutti i dettagli possono essere letti qui, nel Position Paper originale (ripubblicato su CERIDAP.eu). La proposta ha sollevato un vivace dibattito e prodotto commenti costruttivi e critiche da colleghi e amici da più parti. Siamo onorati dell’attenzione ricevuta e il miglior modo per riconoscere i nostri critici è fornire risposte motivate ai loro commenti. Abbiamo ricevuto due tipi di osservazioni: macro e micro-osservazioni. Le macro-critiche riguardano la convenienza della proposta e i suoi difetti generali in lato senso. Queste sono critiche di principio che meritano, dunque, una risposta di principio. Sul micro-livello abbiamo ricevuto dettagliate domande su specifici aspetti della proposta, mettendo in discussione un punto particolare qua o là. Risponderemo, dunque, alla maggior parte delle osservazioni sollevate. Termineremo con una descrizione più elaborata di alcuni aspetti procedurali della nostra proposta, che prenderà in considerazione diversi commenti che abbiamo ricevuto.

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