Amministrazione digitale

I Paesi all'interno dell'UE e in tutto il mondo stanno cominciando a regolare l'uso dell’automazione nei processi decisionali pubblici. Il quadro giuridico è molto differenziato e il suo sviluppo è in una fase iniziale. Questo contributo definisce un possibile quadro di ricerca comparativa; in altre parole gli elementi per confrontare le diverse soluzioni sviluppate dai diversi sistemi giuridici di fronte alle sfide poste dall’automazione dei processi decisionali pubblici.

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Il presente contributo ha l’obiettivo di ripercorrere il processo di digitalizzazione degli appalti pubblici, partendo dalle previsioni contenute nel Codice dei Contratti di cui al d.lgs. n. 50/2016 fino al Decreto digitalizzazione appalti di cui al D.M. 12 agosto 2021 n. 148, adottato con oltre 4 anni di ritardo rispetto alle previsioni, attraversando l’amplissima produzione giurisprudenziale in materia di gare d’appalto telematiche. Il decreto, infatti, si innesta in uno scenario in cui la giurisprudenza ha ampiamente affrontato le tematiche relative alla digitalizzazione delle gare, provando a far propria questa massiccia stratificazione giurisprudenziale, non senza contraddizioni e importanti novità.

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Il contributo affronta in chiave giuridica il rapporto che intercorre fra sviluppo sostenibile e sistema degli appalti pubblici. Dopo aver esaminato l’applicazione della strategia del Sustainable Public Procurement nei c.d. appalti “tradizionali”, l’analisi approfondisce i vantaggi che possono derivare, sul piano della sostenibilità, dal ricorso, da parte delle stazioni appaltanti, ai c.d. appalti “innovativi”.

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SOLVIT è un servizio on-line gratuito che opera in tutti i paesi dell'UE (e in Islanda, Liechtenstein e Norvegia), che ha ufficialmente iniziato la sua attività nel luglio 2002. Nasce come rete di centri SOLVIT nazionali, collegati tramite una rete multilingue basata su Internet, con il compito di far collaborare i centri nazionali per raggiungere l’obiettivo di aiutare le imprese e i cittadini a superare le questioni transfrontaliere. Nel corso del tempo, e non senza possibili criticità in termini sia pratici che giuridici, si è evoluto in uno strumento di supporto del mercato unico multi-sfaccettato e che serve anche allo scopo di identificare e cercare di superare i casi di non corretta applicazione delle norme UE da parte delle autorità nazionali e locali.

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Una pubblica amministrazione digitale è fondamentale per fornire ai cittadini (soprattutto in tempi di crisi) un accesso efficace ai servizi amministrativi. I leader politici in Germania hanno concordato questo principio durante la pandemia globale COVID-19. Tuttavia, l'attuazione della legge sull'accesso online - la principale legge tedesca sulla digitalizzazione amministrativa - e del regolamento sullo sportello digitale unico per l’accesso (UE) 2018/1724 ha sollevato notevoli problemi (giuridici). Questo contributo non solo esamina l'attuale stato di attuazione dei due atti legislativi, ma identifica in particolare tre sfide per la trasformazione digitale della pubblica amministrazione in Germania: federalismo, frammentazione giuridica e modernizzazione dei registri.

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I dati sanitari sono dati sensibili. Devono pertanto essere protetti da accessi non autorizzati. Tuttavia, lo scambio di informazioni sui singoli pazienti è fondamentale, non solo per coordinare le cure tra le diverse professioni mediche, ma anche ai fini dei regimi legali di assicurazione sanitaria. La digitalizzazione dei dati sanitari faciliterà tutti questi processi. Per promuovere la mobilità dei pazienti nell’Unione Europea, la Commissione europea ha proposto l'istituzione di uno spazio europeo dei dati sanitari. Il suo scopo è di stimolare lo sviluppo tecnologico negli Stati membri, poiché finora le opportunità della digitalizzazione sono state utilizzate in misura diversa in tutta l'Unione. Pertanto, non è garantito che i pazienti di tutti gli Stati membri abbiano accesso ai propri dati sanitari e quindi possano ricevere cure o prescrizioni nell'ambito del mercato unico. Al contempo, le esperienze comuni durante la pandemia della SARS-CoV2 hanno evidenziato come sia vitale potere utilizzare i dati dei pazienti come strumento di monitoraggio delle minacce sanitarie, migliorando così il coordinamento delle misure di preparazione e di risposta in tempi di crisi sanitaria.

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La digitalizzazione dello Stato e dell'amministrazione è un compito impegnativo per le generazioni. Molti sforzi di trasformazione mirano a uno Stato funzionante con le tecnologie digitali. Per l'esecuzione e l'esecuzione efficiente dei compiti pubblici con soluzioni digitali sono necessarie linee guida convincenti che offrano un prezioso quadro di orientamento con spazi e prospettive. Nonostante alcuni successi in Germania, la Confederazione, i Länder e i Comuni devono ancora affrontare sfide significative nell'attuazione della digitalizzazione. Ciò è diventato particolarmente evidente durante la pandemia da Corona-virus, quando le debolezze di una digitalizzazione insufficiente sono diventate evidenti in molti settori e hanno posto problemi significativi all'economia e alla società. Il contributo prende in considerazione le linee guida rilevanti per la Germania e mostra i successi, le debolezze e le aspettative. Per concretizzare uno spazio amministrativo digitale europeo, sono ancora necessari numerosi sforzi comuni e transdisciplinari da parte dei partner amministrativi, scientifici, economici e della società civile, non solo a livello regionale o nazionale, ma anche, sin dal principio, al livello europeo.

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L’utilizzo di algoritmi e di sistemi di intelligenza artificiale nell’ambito dell’azione amministrativa ha messo a dura prova le garanzie del giusto procedimento amministrativo. In assenza di una disciplina legislativa in materia a livello nazionale, i giudici amministrativi hanno elaborato i c.d. principi di legalità algoritmica, mutuandoli perlopiù dal Regolamento europeo sulla protezione dei dati personali (GDPR), allo scopo di tutelare le situazioni giuridiche dei cittadini coinvolti nel procedimento amministrativo. Nello specifico, le pronunce impongono alle pubbliche amministrazioni il rispetto dei principi di conoscibilità dell’algoritmo, di non esclusività della decisione algoritmica e di non discriminazione algoritmica. Dopo una breve ricognizione del contenuto di questi principi, il presente contributo mira ad analizzare il rapporto tra essi e l’art. 21-octies, comma 2, della legge n. 241/1990, al fine di verificare se siano stati intesi dalla giurisprudenza come delle regole procedurali rinforzate, idonee dunque ad evitare la dequotazione dei vizi di procedura degli atti amministrativi vincolati ai sensi del citato articolo 21-octies. E, in particolare, se tale rafforzamento procedurale possa attuarsi in ottica compensativa di un eventuale deficit di legalità sostanziale, dovuto all’esercizio di poteri amministrativi impliciti in relazione all’utilizzo degli algoritmi, oppure se debba discendere da un diverso percorso ermeneutico.

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L’articolo analizza l’evoluzione recente degli interventi dell’UE che costituiscono a un tempo delle sfide e delle opportunità: futuro dell’Europa, Stato di diritto, economia, digitalizzazione. L’analisi è condotta alla luce delle conseguenze della guerra in Ucraina che hanno influenzato quegli interventi: infatti, le conseguenze della guerra si aggiungono alle sollecitazioni della Conferenza per quanto riguarda il futuro dell’Europa, si aggiungono alle azioni anti-Covid per quanto riguarda la crescita dell’economia, e rendono più urgente il processo di sovranità digitale dell’Unione. In chiusura l’articolo propone alcune riflessioni derivanti dall’analisi, in particolare si chiede se nel nuovo contesto l’UE stia emergendo come soggetto politico, se ha le ambizioni adeguate al suo sviluppo, se riesce a governare i cambiamenti sociali profondi imposti dalla digitalizzazione e, infine, se continua a costituire un baluardo a difesa della democrazia.

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Questo articolo si propone di indagare i tratti distintivi del fenomeno della rigenerazione urbana come espressione del principio di sviluppo sostenibile, alla luce del modello di amministrazione digitale, ovvero una nuova struttura volta a favorire la digitalizzazione dei processi decisionali e una trasformazione delle funzioni amministrative, utilizzando le Tecnologie dell'Informazione e della Comunicazione (TIC). Questi elementi dovrebbero essere i principi su cui deve basare il nuovo modello di sviluppo urbano. L'influenza delle TIC sulle valutazioni ambientali è fondamentale per comprendere appieno il la portata delle sfide affrontate dal legislatore italiano in tema di rigenerazione urbana. Lo scopo di questo lavoro è, quindi, quello di proporre un metodo per realizzare la migliore interazione possibile tra le forme tradizionali e innovative di rigenerazione urbana, cercando di identificare, nello specifico, come gli enti locali possano trarre vantaggio dalle nuove tecnologie sia in un'ottica procedurale che ambientale. Si sottolinea come le soluzioni tecnologiche innovative oggi trovino la loro massima espressione nello sviluppo di un nuovo modello urbano – le energie rinnovabili – che è uno dei mezzi individuati per perseguire gli obiettivi fissati dall'SDG n. 11 delle Nazioni Unite .

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