La III Sezione del Consiglio di Stato, in una ordinanza del luglio 2023, afferma che l’articolo 9 della Costituzione, come novellato, ha di fatto inserito la tutela degli animali tra i cosiddetti ‘principi supremi’; conseguentemente, la compromissione dell’interesse dell’animale (ed in particolare la perdita della vita) può avvenire solo a seguito di una rigorosa valutazione sulla necessità e proporzionalità della misura da adottarsi, questo in particolare quando l’interesse umano che rileva è un interesse meramente economico.

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Fin dai primi anni della Comunità europea del carbone e dell’acciaio, il sistema di governo delle Comunità e poi dell’Unione europea è stato a un sistema parlamentare dualistico. La Commissione europea ha bisogno di un rapporto di fiducia sia con il Consiglio (e il Consiglio europeo) che con il Parlamento europeo. Il saggio sostiene che, di conseguenza, in questa prospettiva sia decisivo riconoscere il ruolo peculiare affidato al Consiglio europeo e al Parlamento europeo nei confronti delle altre istituzioni dell’Unione per il buon funzionamento delle principali istituzioni dell’Unione.

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L’articolo analizza le condizioni di liceità del trattamento di dati personali applicabili alle pubbliche amministrazioni nell’esercizio delle loro funzioni, alla luce della disciplina europea e di quella nazionale. Il contributo pone quindi in discussione la compatibilità della normativa italiana con quella sovranazionale in quanto il nostro legislatore ha autorizzato in via generale il trattamento di dati personali e lo scambio di tali dati tra autorità pubbliche ogniqualvolta questo sia necessario per il perseguimento di fini istituzionali, laddove invece il legislatore europeo richiede che la base giuridica nazionale si fondi su un criterio di proporzionalità tra trattamento dei dati e fini pubblici perseguiti.

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La sentenza evidenzia come sia necessario declinare in maniera dettagliata e coerente i criteri ambientali minimi nella documentazione di gara, ritenendo essa insufficiente un mero rinvio ai decreti ministeriali. Questo approccio garantisce che le prestazioni contrattuali rispettino effettivamente le norme ambientali, promuovendo una maggiore sostenibilità negli appalti pubblici.

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Dopo avere operato una distinzione preliminare tra l’Intelligenza Artificiale come strumento per lo svolgimento di procedure di acquisto da parte della pubblica amministrazione, e l’Intelligenza Artificiale come oggetto di tali acquisti, il contributo si concentra sull’analisi del fondamento e dei limiti del contratto pubblico quale elemento di regolazione dell’Intelligenza Artificiale. Si ritiene, infatti, che stabilire un'interazione sistemica tra l'acquisto di AI da parte delle Pubbliche Amministrazioni e la regolamentazione dell'IA stessa sia cruciale. Ciò contribuirebbe a determinare i contenuti delle norme e la qualità dei risultati associati all'uso dei sistemi di IA in ambito pubblico.

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Il TAR Lazio rinvia alla Corte di Giustizia tre questioni in ordine alla compatibilità delle norme italiane in materia di sanzioni disciplinari sportive e contestazione delle stesse (d.l. n. 220/2003 conv. l. n. 280/2003) con il diritto dell’Unione, in particolare, con il principio della tutela giurisdizionale effettiva, con il principio di legalità, di tassatività e di sufficiente determinatezza delle fattispecie incriminatrici, nonché con le libertà fondamentali di cui agli artt. 45, 49, 56 TFUE.

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Il perseguimento degli obiettivi di resilienza e sostenibilità delle comunità e dei mercati passa attraverso la transizione digitale dei servizi pubblici. Gli smart contract basati sulla tecnologia blockchain a registri distribuiti (DLT) mostrano un ampio potenziale applicativo nell’ambito dei servizi pubblici rivolti alla sanità, all’agricoltura e alla filiera agroalimentare. Inoltre, la funzionalità della tecnologia blockchain potrebbe migliorare grazie alla confluenza degli algoritmi di intelligenza artificiale (AI). Il lavoro, privilegiando gli aspetti del diritto amministrativo dei servizi pubblici come quelli riconducibili al principio di trasparenza, analizza tale scenario e focalizza il percorso di regolamentazione degli smart contract in Italia alla luce del complesso e dinamico quadro regolatorio comunitario. Alcuni dibattiti, compreso l’inquadramento dottrinale degli smart contract, rimangono aperti. Nel 2021 AgID ha lanciato un progetto di infrastruttura blockchain; nel 2023 AgID, in applicazione del nuovo Codice dei contratti pubblici, ha richiamato gli smart contract nel fissare i requisiti tecnici e le modalità di certificazione per le piattaforme di approvvigionamento digitale, mentre l’UE ha attivato una “regulatory sandbox” riguardante la blockchain ed ha recentemente approvato l’atto regolatorio sull’intelligenza artificiale inizialmente proposto nel 2021. Gli sforzi profusi ai fini della regolamentazione standardizzata degli smart contract sono notevoli, sia a livello comunitario che nazionale, ma essi devono confrontarsi con la velocità dell’innovazione tecnologica e la parallela necessità di tenere tutti gli aspetti giuridici e amministrativi sotto un armonico, sicuro, trasparente ed efficiente controllo.

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L’adeguamento del sistema di giustizia amministrativa ai requisiti dell’UE sta diventando un compito strategicamente importante per l’Ucraina nel contesto dell’avvicinamento agli standard di giustizia europei. La trasparenza è una caratteristica chiave del sistema giudiziario dell’UE che garantisce il controllo pubblico, la fiducia pubblica nei tribunali, mentre l’apertura delle procedure giudiziarie e l’efficienza dei procedimenti amministrativi assicurano una risoluzione rapida ed equa delle controversie di diritto pubblico. In generale, l’applicazione degli standard europei al sistema di giustizia amministrativa ucraino ha la sua rilevanza e le sue prospettive, tuttavia, è anche necessario tenere conto di alcuni problemi che sorgono durante l’adeguamento. Scopo di questo studio è quello di fornire argomenti scientifici e raccomandazioni per i legislatori e gli organi esecutivi ucraini al fine di ottenere una maggiore conformità agli standard europei nel campo della giustizia amministrativa.

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Partendo dalle questioni inerenti allo sviluppo della c.d. “robotica”, la relazione illustra come decidere con l’IA sia senz’altro un problema comune a tutte le aree della scienza, ma rispetto al quale è senz’altro la scienza giuridica a dovere fornire le giuste coordinate. In questa prospettiva, il Diritto sarà chiamato a «giustificare, a controllare e a guidare i percorsi» della messa in pratica dell’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale come strumento per adottare decisioni che impattano sui vari ambiti della convivenza fra individui.

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Il contributo indaga la disciplina italiana degli appalti pubblici di cybersicurezza. Dopo essersi soffermato sulle norme in materia introdotte dal Codice appalti del 2023 e averne evidenziato la natura programmatica, l’articolo analizza la disciplina giuridica dettata per gli appalti pubblici nell’ambito della cybersecurity: sia quella applicabile alle Pubbliche Amministrazioni in generale (fra cui quelle ricomprese nel Perimetro di sicurezza nazionale cibernetica), sia quella speciale riservata alle procedure di gara bandite dall’Agenzia per la cybersicurezza nazionale, mettendo in evidenza il collegamento fra programmaticità della norma e necessità della promozione e diffusione della cultura della cybersicurezza svolta dai soggetti pubblici.

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