Amministrazione digitale

Il contributo indaga la disciplina italiana degli appalti pubblici di cybersicurezza. Dopo essersi soffermato sulle norme in materia introdotte dal Codice appalti del 2023 e averne evidenziato la natura programmatica, l’articolo analizza la disciplina giuridica dettata per gli appalti pubblici nell’ambito della cybersecurity: sia quella applicabile alle Pubbliche Amministrazioni in generale (fra cui quelle ricomprese nel Perimetro di sicurezza nazionale cibernetica), sia quella speciale riservata alle procedure di gara bandite dall’Agenzia per la cybersicurezza nazionale, mettendo in evidenza il collegamento fra programmaticità della norma e necessità della promozione e diffusione della cultura della cybersicurezza svolta dai soggetti pubblici.

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Nei procedimenti compositi europei gli Open Data possono servire molti interessi pubblici in modo nuovo, portando a un processo decisionale più rapido e accurato volto a consentire un’azione amministrativa davvero “effettiva”. La governance dei dati pubblici interoperabili a livello transfrontaliero, tra cui rientrano gli Open Data, è una delle sfide aperte in un mondo digitale ove le amministrazioni quali piattaforme competono tra loro, mentre l’intelligenza artificiale e la c.d. space economy aprono nuove frontiere per il diritto pubblico.

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Una delle principali novità del codice dei contratti pubblici di cui al d.lgs. n. 36 del 2023 è rappresentata dalle norme sulla “digitalizzazione” (formale e sostanziale), alle quali è dedicata tutta la parte II del Libro I (artt. 19-36). Nel tentativo di fornirne una lettura sistematica, lo scritto intende mettere in luce come le principali novità introdotte dalle disposizioni richiamate (con particolare riguardo al ciclo di vita digitale del contratto e alla possibilità di utilizzo di sistemi di automazione) compongano un nuovo paradigma dell’evidenza pubblica e quali siano le principali implicazioni non solo nel settore degli appalti pubblici, ma anche sull’azione amministrativa in senso più ampio intesa.

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Il presente contributo propone una comparazione del processo di digitalizzazione della sanità in Italia e Germania, concentrandosi su due strumenti principali: il fascicolo sanitario elettronico e la regolazione della mHealth. Nonostante le differenze strutturali tra gli ordinamenti, i due paesi presentano un livello di digitalizzazione simile e se la Germania ha di recente introdotto una normativa all’avanguardia in tema di cure digitali, l’Italia mostra invece un più avanzato livello di implementazione del FSE. L’analisi verte quindi sulle problematiche emerse nei due ordinamenti e sulla complementarità delle soluzioni adottate.

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Lo scopo di questo articolo è analizzare sommariamente le fasi del procedimento di approvazione dell’Artificial Intelligence Act Proposal, in particolare per quel che concerne gli algoritmi predittivi ad alto rischio, per valutare la variabilità degli effetti delle modifiche in materia.

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Il contributo riassume i principali emendamenti adottati dal Parlamento europeo, durante la sua prima lettura della proposta di Regolamento UE sull’Intelligenza Artificiale (AI Act). Più in particolare, si analizza l’impatto di questa nuova normativa sulla decisione amministrativa automatizzata e si esamina l’autonomia concessa agli Stati membri, nel recepire tali disposizioni all’interno delle rispettive normative nazionali sul procedimento amministrativo. La tesi esposta nel contributo considera l’AI Act un atto normativo necessario e che, se adottato con alcuni degli emendamenti proposti dal Parlamento europeo, potrà regolare adeguatamente lo sviluppo e l’uso di sistemi di AI da parte delle autorità pubbliche europee, definendo così un elevato standard normativo, che potrà essere rafforzato dai legislatori nazionali.

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Questo articolo esamina l'implementazione dell'intelligenza artificiale nei processi decisionali all'interno della pubblica amministrazione, con un focus su come affrontare le sfide legate alla trasparenza, alla responsabilità e alla comprensibilità delle decisioni generate dall'IA. L’articolo discute in particolare l'importanza dell'imputabilità nelle decisioni prese con algoritmi di deep learning. Sottolinea che concedendo alle pubbliche amministrazioni il pieno controllo sul set di dati per l'addestramento, sul codice sorgente e sulla base di conoscenza, si può garantire l'imputabilità della decisione. Questo controllo permette alle amministrazioni di validare la pertinenza e l'accuratezza dei dati di addestramento dell'algoritmo, affrontare eventuali bias e rispettare i requisiti legali ed etici. Il documento propone quindi l'utilizzo dei Large Language Models (LLM) come soluzione per migliorare la trasparenza e la motivazione dietro le decisioni assistite dall'IA. Mette in evidenza che gli LLM possono generare output testuali articolati e comprensibili che assomigliano da vicino alle decisioni generate dall'uomo, permettendo una comprensione più profonda del processo decisionale. Inoltre, l'articolo enfatizza l'importanza di fornire l'accesso al set di dati per l'addestramento, al codice sorgente e ai precedenti amministrativi individuali per aumentare la trasparenza e la responsabilità. Sostiene che offrendo questi componenti, gli stakeholder possono valutare la validità e l'affidabilità delle decisioni assistite dall'IA, promuovendo la fiducia nel processo decisionale.

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La diffusione delle nuove tecnologie telematiche ha generato profonde modifiche in ordine alle tipologie contrattuali elaborate dagli editori e offerte alle istituzioni accademiche o alle centrali di acquisto, ponendo problematiche fiscali di non poco rilievo anche in considerazione della necessità di definire la linea di demarcazione tra prodotto editoriale e prestazione di servizi. A rendere ancor più complessa la materia è il tema della territorialità ai fini IVA del “servizio di pubblicazione”, oggetto delle nuove tipologie contrattuali in corso di adozione, ivi inclusi i contratti “compact” di natura trasformativa, aventi ad oggetto prestazioni continuative di accesso/utilizzo di banche dati e riviste scientifiche on line e di pubblicazioni di articoli scientifici su di esse. La novità della questione e l’incertezza del quadro regolatorio di riferimento hanno indotto editori e reti di acquirenti a richiedere all’amministrazione finanziaria molteplici pareri attraverso la procedura dell’interpello preventivo. Il saggio, esaminando le soluzioni interpretative offerte dalla prassi amministrativa, ricostruisce le problematiche fiscali rivenienti dalle nuove tipologie contrattuali in materia di riviste elettroniche, delineando il regime applicabile ai fini IVA.

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Negli ultimi anni, le Pubbliche Amministrazioni hanno subito una significativa evoluzione, in particolare a causa dell'emergere di nuovi modelli di governance pubblica, del concetto di cittadinanza amministrativa (che riguarda il rapporto in evoluzione tra i cittadini e l'Amministrazione) e dell'impatto dirompente della tecnologia. Tuttavia, la Spagna deve ancora adattare il suo sistema relativo all’impiego pubblico per rispondere a questa nuova situazione. Inoltre, la complessità è ulteriormente aggravata dalla sfida di stabilire una doppia tipologia di dipendenti pubblici e dalla crescente inclusione di dipendenti assoggettati alle norme generali del diritto del lavoro. Il presente scritto affronta i principali problemi che questa situazione pone e mette in evidenza gli aspetti che dovrebbero essere affrontati senza indugio al fine di realizzare un'adeguata trasformazione del sistema del pubblico impiego in Spagna.

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A un anno dalle elezioni europee del 2024, è utile cercare di comprendere quale sia l’eredità che lascia la IX legislatura, la quale a ben guardare appare davvero eccezionale. Durante la legislatura in corso si è determinato un mutamento dell’Unione europea che ha messo in luce le sue capacità di adottare decisioni forti, coraggiose e fortemente innovative. E anche la sua capacità d’imporsi come legislatore determinato. L’articolo esamina alcuni aspetti importanti in questo senso e indica nuovi percorsi di ricerca.

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