Principio di legittimo affidamento

Dopo un’analisi della codificazione, da parte del d.lgs. 36/2023, dei nuovi principi in materia di appalti pubblici e della loro gerarchia, l’Autore si sofferma sul rapporto tra principio di buona fede e responsabilità della pubblica amministrazione, per studiare gli effetti giuridici che il primo esercita sulla seconda. In particolare, l’autore afferma che l’art. 5 c. 2 del nuovo Codice prosegue il processo di "civilizzazione” del diritto amministrativo, ampliando l’ambito di risarcibilità delle situazioni giuridiche coinvolte nelle procedure di gara. Tale processo, però, rischia di incontrare un ostacolo nel successivo c. 3, il quale qualifica come «colpevole» l’affidamento ingeneratosi a fronte di una illegittimità «agevolmente rilevabile».

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In tema di lesione dell’affidamento derivante dall’annullamento di un atto amministrativo ampliativo illegittimo, la Corte di Cassazione afferma che, essendo l’affidamento una situazione autonoma, tutelata in sé e non nel suo collegamento con l’interesse pubblico, la giurisdizione del giudice amministrativo sussiste solo quando la causa petendi riguarda le modalità di esercizio del potere amministrativo.

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L’annullamento d’ufficio degli atti della P.A. concorre con la funzione giurisdizionale a garantire l’effet utile. Da qui la funzionalizzazione dell’autonomia procedurale al principio di effettività delle norme UE. Ciò, tuttavia, non può andare a detrimento del principio comunitario della certezza del diritto (e della tutela del legittimo affidamento). Donde, la necessità di risolvere il conflitto tra la certezza e la giustizia attraverso una sintesi dei contrapposti interessi tramite il principio di proporzionalità conformato al principio di legalità.

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