La sentenza evidenzia come sia necessario declinare in maniera dettagliata e coerente i criteri ambientali minimi nella documentazione di gara, ritenendo essa insufficiente un mero rinvio ai decreti ministeriali. Questo approccio garantisce che le prestazioni contrattuali rispettino effettivamente le norme ambientali, promuovendo una maggiore sostenibilità negli appalti pubblici.

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Dopo avere operato una distinzione preliminare tra l’Intelligenza Artificiale come strumento per lo svolgimento di procedure di acquisto da parte della pubblica amministrazione, e l’Intelligenza Artificiale come oggetto di tali acquisti, il contributo si concentra sull’analisi del fondamento e dei limiti del contratto pubblico quale elemento di regolazione dell’Intelligenza Artificiale. Si ritiene, infatti, che stabilire un'interazione sistemica tra l'acquisto di AI da parte delle Pubbliche Amministrazioni e la regolamentazione dell'IA stessa sia cruciale. Ciò contribuirebbe a determinare i contenuti delle norme e la qualità dei risultati associati all'uso dei sistemi di IA in ambito pubblico.

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Il TAR Lazio rinvia alla Corte di Giustizia tre questioni in ordine alla compatibilità delle norme italiane in materia di sanzioni disciplinari sportive e contestazione delle stesse (d.l. n. 220/2003 conv. l. n. 280/2003) con il diritto dell’Unione, in particolare, con il principio della tutela giurisdizionale effettiva, con il principio di legalità, di tassatività e di sufficiente determinatezza delle fattispecie incriminatrici, nonché con le libertà fondamentali di cui agli artt. 45, 49, 56 TFUE.

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Il perseguimento degli obiettivi di resilienza e sostenibilità delle comunità e dei mercati passa attraverso la transizione digitale dei servizi pubblici. Gli smart contract basati sulla tecnologia blockchain a registri distribuiti (DLT) mostrano un ampio potenziale applicativo nell’ambito dei servizi pubblici rivolti alla sanità, all’agricoltura e alla filiera agroalimentare. Inoltre, la funzionalità della tecnologia blockchain potrebbe migliorare grazie alla confluenza degli algoritmi di intelligenza artificiale (AI). Il lavoro, privilegiando gli aspetti del diritto amministrativo dei servizi pubblici come quelli riconducibili al principio di trasparenza, analizza tale scenario e focalizza il percorso di regolamentazione degli smart contract in Italia alla luce del complesso e dinamico quadro regolatorio comunitario. Alcuni dibattiti, compreso l’inquadramento dottrinale degli smart contract, rimangono aperti. Nel 2021 AgID ha lanciato un progetto di infrastruttura blockchain; nel 2023 AgID, in applicazione del nuovo Codice dei contratti pubblici, ha richiamato gli smart contract nel fissare i requisiti tecnici e le modalità di certificazione per le piattaforme di approvvigionamento digitale, mentre l’UE ha attivato una “regulatory sandbox” riguardante la blockchain ed ha recentemente approvato l’atto regolatorio sull’intelligenza artificiale inizialmente proposto nel 2021. Gli sforzi profusi ai fini della regolamentazione standardizzata degli smart contract sono notevoli, sia a livello comunitario che nazionale, ma essi devono confrontarsi con la velocità dell’innovazione tecnologica e la parallela necessità di tenere tutti gli aspetti giuridici e amministrativi sotto un armonico, sicuro, trasparente ed efficiente controllo.

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L’adeguamento del sistema di giustizia amministrativa ai requisiti dell’UE sta diventando un compito strategicamente importante per l’Ucraina nel contesto dell’avvicinamento agli standard di giustizia europei. La trasparenza è una caratteristica chiave del sistema giudiziario dell’UE che garantisce il controllo pubblico, la fiducia pubblica nei tribunali, mentre l’apertura delle procedure giudiziarie e l’efficienza dei procedimenti amministrativi assicurano una risoluzione rapida ed equa delle controversie di diritto pubblico. In generale, l’applicazione degli standard europei al sistema di giustizia amministrativa ucraino ha la sua rilevanza e le sue prospettive, tuttavia, è anche necessario tenere conto di alcuni problemi che sorgono durante l’adeguamento. Scopo di questo studio è quello di fornire argomenti scientifici e raccomandazioni per i legislatori e gli organi esecutivi ucraini al fine di ottenere una maggiore conformità agli standard europei nel campo della giustizia amministrativa.

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Partendo dalle questioni inerenti allo sviluppo della c.d. “robotica”, la relazione illustra come decidere con l’IA sia senz’altro un problema comune a tutte le aree della scienza, ma rispetto al quale è senz’altro la scienza giuridica a dovere fornire le giuste coordinate. In questa prospettiva, il Diritto sarà chiamato a «giustificare, a controllare e a guidare i percorsi» della messa in pratica dell’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale come strumento per adottare decisioni che impattano sui vari ambiti della convivenza fra individui.

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Il contributo indaga la disciplina italiana degli appalti pubblici di cybersicurezza. Dopo essersi soffermato sulle norme in materia introdotte dal Codice appalti del 2023 e averne evidenziato la natura programmatica, l’articolo analizza la disciplina giuridica dettata per gli appalti pubblici nell’ambito della cybersecurity: sia quella applicabile alle Pubbliche Amministrazioni in generale (fra cui quelle ricomprese nel Perimetro di sicurezza nazionale cibernetica), sia quella speciale riservata alle procedure di gara bandite dall’Agenzia per la cybersicurezza nazionale, mettendo in evidenza il collegamento fra programmaticità della norma e necessità della promozione e diffusione della cultura della cybersicurezza svolta dai soggetti pubblici.

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Nei procedimenti compositi europei gli Open Data possono servire molti interessi pubblici in modo nuovo, portando a un processo decisionale più rapido e accurato volto a consentire un’azione amministrativa davvero “effettiva”. La governance dei dati pubblici interoperabili a livello transfrontaliero, tra cui rientrano gli Open Data, è una delle sfide aperte in un mondo digitale ove le amministrazioni quali piattaforme competono tra loro, mentre l’intelligenza artificiale e la c.d. space economy aprono nuove frontiere per il diritto pubblico.

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Il contributo si propone si esaminare con approccio critico le nuove modalità di regolazione che la disciplina dedicata al contrasto alla anticorruzione ha introdotto nel nostro ordinamento. Il tema è affrontato sfruttando la dialettica tra i concetti di conoscenza e potere pubblico, assumendo come punto di partenza dell’indagine la posizione di Michael Foucault, il quale identifica il potere con un rapporto di forza. Sulla scorta di queste premesse viene esaminato il rapporto tra attività amministrativa e saperi tecnico-scientifici, approfondendo specifici istituti caratterizzanti la disciplina nazionale in tema di contrasto alla corruzione, con particolare riferimento al delicato settore dell’affidamento dei contratti pubblici.

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Una delle principali novità del codice dei contratti pubblici di cui al d.lgs. n. 36 del 2023 è rappresentata dalle norme sulla “digitalizzazione” (formale e sostanziale), alle quali è dedicata tutta la parte II del Libro I (artt. 19-36). Nel tentativo di fornirne una lettura sistematica, lo scritto intende mettere in luce come le principali novità introdotte dalle disposizioni richiamate (con particolare riguardo al ciclo di vita digitale del contratto e alla possibilità di utilizzo di sistemi di automazione) compongano un nuovo paradigma dell’evidenza pubblica e quali siano le principali implicazioni non solo nel settore degli appalti pubblici, ma anche sull’azione amministrativa in senso più ampio intesa.

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