Servizi pubblici

L’avvento di Uber ha stravolto le categorie giuridiche tradizionali e impone un ripensamento dei paradigmi dell’intervento pubblico in economia. La volontà del presente contributo è quella di analizzare e di mettere a confronto gli interventi di regolazione del fenomeno Uber, attraverso una lettura comparata dell’ordinamento statunitense e di quello europeo, anche alla luce della più ampia prospettiva di regolamentazione dei servizi nati e sviluppatesi grazie alla rete e generalmente riconducibili alla categoria della sharing economy che si trova ad operare in settori fortemente regolamentati e dominati spesso da operatori ispirati a valori fortemente corporativistici. L’analisi condotta è funzionale a illustrare alcuni spunti per un’efficace regolazione del fenomeno che sappia coniugare l’esigenza di superamento di ottiche di regolazione eccessivamente rigide ispirate a una chiusura del settore che hanno inevitabilmente effetti deleteri sui consumatori che vogliano usufruire del servizio di trasporto sia di forme di liberalismo eccessive che svincolino i gestori delle piattaforme, spesso grandi multinazionali, dai vincoli a cui gli operatori tradizionali sono sottoposti.

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Nell’ambito dell’iniziativa “Book Forum” del CERIDAP si è tenuto lo scorso 27 gennaio 2022 l’incontro di studi su “L’intervento di contrasto pubblico della povertà”, in occasione del quale è stato presentato l’omonimo volume di cui è autore il Prof. Claudio Franchini (Editoriale Scientifica, Napoli, 2021). Il contributo intende ripercorrere gli interventi dell’incontro.

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Il contributo ha ad oggetto l’impatto dell’evoluzione tecnologica sulla gestione e sulla erogazione dei servizi pubblici. Il focus dell’analisi riguarda specificamente la mobilità urbana, evidenziando come le nuove tecnologie introducono un nuovo concetto di mobilità, la cui compatibilità deve essere verificata alla luce dei principi dei servizi pubblici.

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Nell’ampio panorama dello sviluppo delle intelligenze artificiali, un ruolo rilevante è rivestito dai veicoli a guida autonoma. Strumenti la cui diffusione dovrebbe, secondo molti esperti, rivoluzionare il mondo dei trasporti, con importanti ricadute a livello economico, industriale e sociale. Lo sviluppo di queste tecnologie deve fare i conti con significative problematiche giuridiche, inerenti soprattutto all’allocazione delle responsabilità e, quindi, alla tutela degli interessi esposti a rischi di lesione. Il presente contributo intende affrontare tali questioni nella prospettiva del diritto penale, mettendo in rilievo i potenziali profili di responsabilità penale inerenti alla progettazione, alla costruzione e all’utilizzo di veicoli di questo tipo.

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Con sentenza n. 1274 del 03 luglio 2020, il TAR Milano ha chiarito che non costituisce attività di servizio pubblico l’individuazione, con avviso pubblico, di soggetti pubblici o privati interessati a svolgere servizi di mobilità in sharing con dispositivi per la micromobilità elettrica, se il Comune non ha espresso l’intento politico di soddisfare il bisogno, proprio dei suoi amministrati, di spostarsi nel territorio cittadino mediante l’uso di hoverboard, segway, monopattini elettrici e monowheel; ciò in quanto manca il momento fondamentale dell’ “assunzione”, espressione di una scelta politica, che costituisce presupposto indefettibile per poter integrare la figura del pubblico servizio.

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