Intelligenza Artificiale

Questo contributo analizza il quadro giuridico tedesco con riguardo ai sistemi decisionali automatizzati. La pubblica amministrazione in Germania utilizza sistemi decisionali automatizzati principalmente per adottare atti amministrativi parzialmente o completamente automatizzati. Di conseguenza, l’analisi si concentra sugli atti amministrativi automatizzati; tuttavia, si discute anche della prima regolamentazione completa in materia di Intelligenza Artificiale emanata da un “Bundesland” tedesco. Il contributo esamina l’argomento da tre diverse prospettive: il quadro legislativo tedesco, la giurisprudenza e il diritto non vincolante in materia di sistemi decisionali automatizzati.

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Il processo decisionale automatizzato è stato oggetto di discussione nel diritto amministrativo austriaco per oltre 40 anni. L’attenzione si è concentrata sempre sull’atto amministrativo (nel senso di una decisione individuale formale) e sul relativo procedimento. In questo ambito esistono principi consolidati, anche se le nuove tecnologie sollevano nuove questioni. Al di là dell’ambito della decisione amministrativa, su cui si è concentrata la maggior parte degli studi, per il resto si naviga ancora molto nel buio.

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Il contributo ha l'obiettivo di analizzare i sistemi di automazione decisionale attualmente utilizzati dalle Pubbliche amministrazioni in Italia. Dopo un’analisi della relativa cornice normativa, i sistemi vengono classificati e illustrati e in particolare ci si sofferma sul caso del c.d. algoritmo della "buona scuola". Le conclusioni si soffermano sul perché dello scarso ricorso a questi strumenti nel panorama italiano, anche in ragione di una digitalizzazione lenta e non uniforme del settore pubblico.

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I Paesi all'interno dell'UE e in tutto il mondo stanno cominciando a regolare l'uso dell’automazione nei processi decisionali pubblici. Il quadro giuridico è molto differenziato e il suo sviluppo è in una fase iniziale. Questo contributo definisce un possibile quadro di ricerca comparativa; in altre parole gli elementi per confrontare le diverse soluzioni sviluppate dai diversi sistemi giuridici di fronte alle sfide poste dall’automazione dei processi decisionali pubblici.

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L’utilizzo di algoritmi e di sistemi di intelligenza artificiale nell’ambito dell’azione amministrativa ha messo a dura prova le garanzie del giusto procedimento amministrativo. In assenza di una disciplina legislativa in materia a livello nazionale, i giudici amministrativi hanno elaborato i c.d. principi di legalità algoritmica, mutuandoli perlopiù dal Regolamento europeo sulla protezione dei dati personali (GDPR), allo scopo di tutelare le situazioni giuridiche dei cittadini coinvolti nel procedimento amministrativo. Nello specifico, le pronunce impongono alle pubbliche amministrazioni il rispetto dei principi di conoscibilità dell’algoritmo, di non esclusività della decisione algoritmica e di non discriminazione algoritmica. Dopo una breve ricognizione del contenuto di questi principi, il presente contributo mira ad analizzare il rapporto tra essi e l’art. 21-octies, comma 2, della legge n. 241/1990, al fine di verificare se siano stati intesi dalla giurisprudenza come delle regole procedurali rinforzate, idonee dunque ad evitare la dequotazione dei vizi di procedura degli atti amministrativi vincolati ai sensi del citato articolo 21-octies. E, in particolare, se tale rafforzamento procedurale possa attuarsi in ottica compensativa di un eventuale deficit di legalità sostanziale, dovuto all’esercizio di poteri amministrativi impliciti in relazione all’utilizzo degli algoritmi, oppure se debba discendere da un diverso percorso ermeneutico.

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Nonostante le difficoltà e le non brevi tempistiche di attuazione, la sistematica introduzione di algoritmi e Intelligenze artificiali nell’attività amministrativa rappresenta il futuro dell’Amministrazione. È necessario, così, interrogarsi rispetto a quali saranno le prospettive regolative di questo fenomeno, ripensando alcune categorie del costituzionalismo classico, al fine di offrire una risposta più flessibile ed efficace alle sfide che i nuovi mezzi di esercizio del potere pongono dinanzi alla società odierna. Il punto focale dell’analisi ha, dunque, ad oggetto i possibili effetti sull’attività della Pubblica Amministrazione delle nuove proposte normative dell’Unione Europea sulla regolazione del digitale e della tecnologia, con un’attenzione specifica alla proposta di Regolamento sull’Intelligenza artificiale, ancora in fase di elaborazione e sviluppo. Questa, sebbene non detti speciali norme rivolte alla Pubblica Amministrazione, andrà ad incidere anche sull’ambito pubblico, meritando una particolare attenzione sia per le conseguenze sul piano pratico che per le ricadute su quello teorico.

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Negli ultimi anni, le applicazioni di Intelligenza Artificiale (IA) basate sui big data hanno suscitato un enorme dibattito tra i giuristi. Il dibattito si è concentrato su come le nuove interazioni mediate dall'IA basata sui dati influiscano su diversi principi giuridici, mettano in discussione le norme esistenti e richiedano modifiche del quadro normativo. Sono stati discussi molti campi del diritto: diritto della protezione dei dati, diritto della protezione dei consumatori, diritto della proprietà intellettuale, ecc. Questo articolo fornisce una panoramica delle sfide e delle opportunità che si trovano all’intersezione tra le applicazioni dell'IA e il dominio della fiscalità e del diritto tributario. Nella prima parte, il documento esamina come gli attuali modelli economici basati sull'intelligenza artificiale rimodellano la catena del valore tradizionale e influenzano i concetti legali nella tassazione diretta e indiretta. La seconda parte discute in che modo l’IA viene applicata in diverse aree della compliance fiscale volontaria e dei controlli delle amministrazioni fiscali e come questi sviluppi generino nuove sfide per il diritto (fiscale).

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AI e PA

Prometea è un sistema di intelligenza artificiale creata in Argentina nell'ambito del Laboratorio di innovazione e intelligenza artificiale della Facoltà di Giurisprudenza dell'Università di Buenos Aires e della Procura della Repubblica di Buenos Aires, con l'obiettivo principale di accelerare i processi burocratici e liberare tempo per l'analisi di casi complessi. Il suo più grande successo è prevedere una soluzione a un caso giudiziario in meno di 20 secondi, con un tasso di successo del 96%. Inoltre, è in grado di identificare casi urgenti, in presenza di grandi volumi di file, in soli 2 minuti, il che richiederebbe normalmente ad un essere umano 96 giorni. Approfittando di questa IA, mentre lavoriamo per consolidare i governi digitali e l'accesso universale alle TIC, aspiriamo a promuovere una transizione verso un nuovo archetipo di organizzazioni pubbliche che le renderà più efficienti.

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