Concorrenza

Con la designazione di sei gatekeepers da parte della Commissione europea il Digital Market Act dispiega i suoi effetti, imponendo gli obblighi ivi previsti nei confronti delle Big Tech, che si trovano a confrontarsi con una disciplina per certi versi innovativa, anche se al confine con il diritto della concorrenza. Il presente contributo riflette su regolamento entrato in vigore quest’anno, sulle ragioni alla base della sua approvazione e sulla figura del gatekeeper.

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Il saggio tratta del maggior intervento degli Stati nell’economia in una fase storica di deglobalizzazione e di mutamento degli equilibri geopolitici. Nella nuova situazione stanno emergendo tensioni anche nei rapporti tra Unione europea e Stati Uniti in conseguenza dell’approvazione nel 2022 dell’Inflation Reduction Act che favorisce gli investimenti produttivi localizzati in quel paese, alterando la concorrenza. Il saggio si sofferma altresì sulla disciplina italiana del golden power che introduce un controllo pubblico che incide in modo rilevante sulla libertà di impresa. Il saggio si conclude con l’auspicio che il maggior intervento dello Stato non vanifichi le conquiste dello Stato regolatore affermatosi dagli anni Ottanta del secolo scorso nei principali paesi occidentali.

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Il contributo suggerisce l’affermarsi di un moderno principio di residualità non limitato ad informare il rapporto tra regolazione e concorrenza, ma che richiede una giustificazione dell’intervento pubblico in termini di effettiva necessità e ragioni specifiche che ne sono alla base, per spingersi ad informare contenuto regolatorio. Le ragioni risultano non solo arricchite rispetto a quelle tradizionali, ma anche disancorate da problemi già concretizzatisi per abbracciare una visione prospettica e anticipatoria.

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Il Consiglio di Stato chiarisce che, nell’ambito delle procedure di selezione degli avvocati esterni, la Pubblica Amministrazione deve verificare che il prezzo offerto sia rispettoso dell’equo compenso, atto a tutelare la categoria forense da fenomeni anticoncorrenziali e ad assicurare la qualità della prestazione.

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Con la sentenza n. 11664/2022 in commento, il Consiglio di Stato ha ritenuto illegittimo il diniego del Comune di Gaeta rispetto ad una istanza di una nuova concessione demaniale. Seppure in considerazione dell’efficacia del quadro giuridico europeo che impone la «procedura selettiva» basata su imparzialità e trasparenza, i giudici hanno evidenziato come sia sufficiente che la concessione sia affidata nel rispetto dei principi generali propri di un «confronto comparativo», già garantito dall’art. 37 del codice della navigazione. La procedura di gara sarebbe, invece, utilizzabile dal 2024, stante il termine indicato dall’Adunanza Plenaria al legislatore nelle sentenze nn.17 e 18 del 2021 per la riforma strutturale del settore balneare.

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