Jacopo Ratti

Dottorando di Ricerca in Diritto Pubblico, Internazionale ed Europeo, nell’Università degli Studi di Milano

La globalizzazione del commercio, la digitalizzazione, la circolazione di grandi quantità di ricchezza imponibile e la facilità con cui oggi si possono attuare pratiche elusive volte a deviare la materia imponibile, hanno fortemente intaccato le rigide definizioni giuridico-fiscali che, ancora oggi, cercano di imbrigliare queste nuove forme di ricchezza altamente mobili. Infatti, non solo le imprese digitali approfittano delle definizioni e degli istituti preesistenti, creati per tassare i redditi prodotti dalla cosiddetta economia tradizionale, per non essere radicate in un determinato territorio; ma, soprattutto, utilizzando i nuovi strumenti digitali, riescono direttamente a nascondere molti segmenti della loro attività. In questo articolo, dopo una rapida rassegna della storia dell'economia digitale, cercheremo di offrire un'ipotetica soluzione alla questione ancora controversa di come tassare questi redditi, altamente mobili.

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