Ivo Pilving

Professore Associato di Diritto Amministrativo nell'Università di Tartu.

Nonostante l’immagine di una sviluppata e-governance, gli avanzati sistemi di decisione automatizzata non sono stati impiegati estensivamente dall’amministrazione pubblica estone e non esiste un quadro legale generale che li disciplini. La bozza di riforma della Legge sul Procedimento amministrativo, presentata al Parlamento nel 2022 è caratterizzata da un approccio al tema alquanto reticente e limita significativamente l’automazione di decisioni discrezionali e, in particolare, l’uso degli algoritmi di c.d. auto-apprendimento. Il fatto di applicare i principi procedurali inerenti allo Stato di diritto, come il diritto ad essere ascoltati e a ricevere un atto motivato, non sarebbe di per sé idoneo a scoraggiare l’adozione di decisioni amministrative automatizzate. Ad ogni modo, per le decisioni discrezionali automatizzate ove opportuno, è stata avanzata una proposta per quei casi tipici che potrebbero essere risolti in un modo completamente automatizzato attraverso algoritmi predefiniti in base a linee guida interne. Questa soluzione non è ovviamente universale, ma potrebbe garantire un certo grado di innovazione, sempre che siano previste determinate garanzie procedurali e organizzative. Tra queste vi sono, senz’altro, la completa separazione tra l’algoritmo e la sua gestione, nonché la pubblicazione delle linee guida. Un modello ottimale di “public accountability” deve infatti incoraggiare gli organi pubblici ad adottare le dovute precazioni quando impiegano algoritmi.

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